LE PROVINCE E LE DONNE NEL RISORGIMENTO

Data 7/4/2011 15:58:02 | Categoria: Cultura

“Le Province e le donne nel Risorgimento” è il tema di un convegno nazionale, tenutosi il 4 aprile scorso a Roma, al quale sono intervenuti in rappresentanza della Provincia di Isernia anche il Presidente del Consiglio Lauro Cicchino, l’assessore alle Pari Opportunità Filomena Calenda e il consigliere, anche membro del direttivo nazionale dell’Unione delle Province Italiane (UPI), Giovancarmine Mancini.


L’organizzazione era a cura dell’Unione delle Province d’Italia che, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ha inteso ricordare e celebrare tutte quelle donne la cui opera si intreccia con il processo risorgimentale. Donne di straordinario valore che si sacrificarono per gli ideali unitari.

A coordinare i lavori Lidia Nobili, Presidente della Consulta Pari Opportunità dell’Upi. Fra gli intervenuti vi erano autorità di spicco, tra cui i ministri Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini, la senatrice Emma Bonino, il vicepresidente vicario dell’Upi, Vice Presidente Comitato Italia 150 e Presidente Provincia di Torino, Antonio Saitta.

“Un incontro di profondo valore culturale e sociale – hanno commentato i tre esponenti della Provincia di Isernia – si è discusso dell’altra metà del Risorgimento, delle donne che hanno svolto nella storia di Unità del Paese. Pur di diversa estrazione sociale e culturale, – hanno continuato – esse hanno combattuto con uguale vigore, in nome della democrazia, dell’unità, dell’indipendenza, così come della pari dignità di genere. Concetti sorprendentemente attuali, che ben si adattano alla nostra epoca e alle vicende dei nostri giorni”.

“Le donne del Risorgimento italiano – ha aggiunto l’assessore Calenda – lanciarono un seme di modernità. Coraggiose ed innovatrici, determinarono una decisa maturazione culturale e spirituale, dimostrando un realismo non puramente pragmatico, ma disposto a cogliere il senso concreto e profondo delle situazioni, per una partecipazione piena alla dimensione civile del vivere”.





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