“Il Foglio volante” di Ottobre 2011

Data 4/10/2011 12:01:20 | Categoria: Turismo

“Il Foglio volante” di Ottobre 2011

È appena uscito dalla tipografia e viene spedito in questi giorni agli abbonati “Il Foglio volante” di ottobre 2011. Vi si trovano testi di Loretta Bonucci, Umberto Cerio, Assunta Coppola, Amerigo Iannacone, Antonia Izzi Rufo, Maria Lenti, Teresinka Pereira, Fryda Rota, Massimo Spelta, Gerardo Vacana.
Chi desideri abbonarsi o ricevere copia saggio, si può rivolgere a edizionieva@libero.it o può telefonare al n. 0865.90.99.50.
Riportiamo, qui di seguito, il testo di apertura, “Arbasino come Beppe Grillo” a firma Gerardo Vacana, e un breve testo dalla rubrica “Appunti e appunti - Annotazioni linguistiche”.
Arbasino come Beppe Grillo

La volgarità piú triviale, cui ci hanno abituato i nostri parlamentari nelle pubbliche sedute della Camera e del Senato, soprattutto quelli della Lega, purtroppo, grazie ad Arbasino, ha fatto il suo ingresso alla grande anche in una di quelle manifestazioni di solito improntate a grande decoro, come sono le consegne dei riconoscimenti ai vincitori dei premi letterari. La sera del 10 settembre scorso, a Certaldo, Alberto Arbasino, uno dei tre vincitori della 30ª edizione del prestigioso premio “Boccaccio”, durante la cerimonia della premiazione, improvvisamente ha strappato il microfono dalle mani della presentatrice, colta di sorpresa ed esterrefatta, ed ha esclamato: «Sono qui da due giorni a sentire solo sciocchezze, io questo premio non lo voglio. Tenetevelo, me ne vado». Ma lo scrittore non si è contentato di un’uscita cosí inattesa e clamorosa, che da sola sarebbe stata sufficiente a rovinare la manifestazione. Quando la presentatrice si è ripresa dallo choc e ha osato chiedergli il motivo del suo gesto, l’ha mandata letteralmente a quel paese, con una “vaffa” che ha risuonato alto e forte tra le antiche navate della chiesa (per fortuna) sconsacrata dei Santi Tommaso e Prospero, dove avveniva la cerimonia, a qualche centinaio di metri dalla casa natale del Boccaccio. Lasciandosi alle spalle l’ammonizione dell’anziano presidente del premio Mauro Pampaloni e le proteste del pubblico, l’autore della bravata è uscito all’aperto e si è dileguato tra la folla. Gli altri due premiati, Enrico Mentana (vincitore della sezione intitolata a Indro Montanelli) e la scrittrice pakistana Kamila Shamsie, non hanno voluto commentare l’accaduto, cosí come non hanno rilasciato dichiarazioni Sergio Zavoli, presidente della giuria, e lo stesso presidente del premio. Ciò che appare discutibile è la decisione dei membri della giuria di confermare vincitore Arbasino, col diritto alla riscossione dei 5 mila euro del premio, pur condannando formalmente il suo show indecoroso.
Il comportamento dello scrittore lombardo, che non ha precedenti in occasioni del genere, ci appare di una gravità assoluta. I costumi si imbarbariscono anche tra le persone che, specialmente se anziane, dovrebbero dare esempi di signorilità e buona educazione. Indubbiamente il genovese Beppe Grillo ha fatto scuola anche al vogherese Alberto Arbasino. Del resto, un precedente ugualmente clamoroso e negativo come maleducazione, si era verificato alcuni decenni fa con Cesare Zavattini, che, durante una trasmissione radiofonica, pronunciò una parolaccia altrettanto triviale e irriferibile, inaugurando l’era della volgarità mediatica.
Il fattaccio verificatosi al premio “Boccaccio” mi ha fatto tornare in mente una conversazione tra amici di tanti anni fa. Il compianto scrittore Stefano Jacomuzzi, vincitore del Premio “Val di Comino” e poi sempre invitato alle edizioni che seguirono, un giorno raccontava, un po’ scandalizzato, a me e a pochi altri intimi, un piccolo episodio a cui aveva di recente assistito: un bambino, figlio di immigrati meridionali, nel cortile di una scuola elementare della periferia di Torino da lui frequentata, giocando aveva pronunciato la stessa brutta parola che avrebbe gridata Arbasino a Certaldo decenni dopo, e si domandava sgomento Jacomuzzi quali effetti deleteri quella parolaccia avrebbe potuto avere sui ben educati bambini piemontesi. Quale sarà stato, mi chiedo ora io, l’orrore provato dall’amico Stefano nell’alto dei cieli (che la sua grande anima e le molte virtú gli hanno sicuramente meritato), alla bravata e alla parolaccia di Arbasino, che hanno avuto risonanza fortemente negativa in tutta la stampa italiana?
Anche a Libero De Libero è capitato di fare qualche sfuriata in pubblico, ma sempre per difendere o un piú giovane collega o il nostro Paese dall’arroganza di scrittori stranieri. Mai, comunque, per un fatto personale e men che mai spingendosi fino alla volgarità di Arbasino.
P. S. L’insulto dello scrittore di Voghera e le sue mancate scuse non potevano non provocare, dopo pochi giorni, le dimissioni del presidente del premio, Mauro Pampaloni, cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà di organizzatori di uno dei piú antichi premi letterari italiani, il “Val di Comino”, convinti come lui che «l’educazione è un valore indistinguibile dalle doti letterarie».
Continuiamo a non comprendere, invece, la decisione della giuria di confermare il premio a chi lo ha pubblicamente disprezzato e gravemente danneggiato.
Gerardo Vacana


L’astratto “abstract”

Sempre piú spesso ricevo in visione cosiddetti “abstract” di testi e sempre piú spesso mi capita di vedere questa strana parola in ambienti universitari, quasi sempre avallata proprio dai docenti.
“Abstract”, leggo in un vocabolario di inglese, significa “astratto”, ma come spesso succede nella lingua di Londra, la parola può avere anche un significato assolutamente diverso, e cioè quello di “estratto, sunto”. Il che evidentemente piace molto agli snob di casa nostra che non vedono l’ora di infilare nella nostra bella lingua, dissonanti zeppe linguistiche inglesi o inglesizzanti, anche quando non ce n’è alcun bisogno (e quasi mai ce n’è bisogno).
Per togliere loro l’alibi (“Sa?, in italiano non c’è una parola corrispondente”), riporto alcuni vocaboli italiani che possono andare al posto dell’astratto “abstract”, con proprietà di linguaggio, senza mortificare la lingua: riassunto, compendio, sinossi, riepilogo, sintesi, sommario, estratto, sunto, riduzione. Ed altri ancora se ne potrebbero aggiungere.
Amerigo Iannacone



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