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IL TARTUFO in cucina
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La conservazione
Parliamo, naturalmente, della conservazione domestica, che può consentire di mantenere freschi i tartufi bianchi per circa una settimana, i tartufi neri per due settimane al massimo. Un metodo consiste nell’avvolgere singolarmente i tartufi non lavati  in carta da cucina o in altra carta porosa e assorbente e nel riporli in vasi di vetro a chiusura ermetica. I vasi di vetro vanno collocati nella zona meno fredda del frigorifero, sul ripiano basso. Giornalmente va sostituita la carta e asciugato il recipiente all’interno per mantene i tartufi sempre asciutti. Altro sistema, consigliato più per le piccole pezzature, consiste nel grattugiare o affettare finemente il tartufo nel burro appena fuso a calore moderao o a bagno maria. Questo burro, con l’aggiunta di un pizzico di sale, si può conservare in frigorifero per circa un mese, aggiungendone un fiocchetto ai cibi che si vogliono  aromatizzare; oppure, appena preparato, con il composto si possono riempire le vaschettine per i cubetti di ghiaccio o piccoli bicchieri di carta. Posto nel freezer, il burro tartufato si conserverà più a lungo e potrà essere usato come condimento facendolo scongelare o sciogliere sul fuoco, purchè sempre a temperatura moderata e senza farlo soffriggere. Il metodo diffuso di conservare il tartufo in un barattolo contenente riso non è affatto dei migliori: il riso sottrae eccessiva umidità e aria al tartufo, lasciandolo seccare e accelerandone la maturazione.

La pulitura
Prima dell'uso i tartufi vanno lavati accuratamente con uno spazzolino morbido, onde eliminare tutte le particelle terrose. Per facilitarne la pulitura è consigliabile di tenerli a bagno per qualche minuto in acqua tiepida per ammorbidire il terriccio negli interstizi. I tartufi non vanno mai sbucciati: la corteccia, aromatica e saporita, va consumata con il resto del tartufo. I tartufi si usano solitamente affettandoli con l'apposito strumento. Una vire posta accanto alla lama permette di regolare lo spessore delle fette.

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